Takashi Miike piace agli adolescenti italiani perchè non da nessun peso e senso alla violenza, oltre a non responsabilizzare sulla riflessione di ciò che è bene o male in quello che mette in pellicola.
Takashi Miike è molto pericoloso perchè i suoi film sembrano più un videogioco in cui lo splatter galvanizza un pubblico giovane che di suo non ha voglia di ragionare su ciò che vede e schifa un pubblico più adulto perchè non trova un senso in ciò che vede da spettatore passivo.
Nella maggior parte delle sue opere si parla di YAKUZA (mafia giapponese), ma in versione americanizzata
trucida stupida.
Killer YAKUZA vestiti peggio di Sandy Marton in "People from Ibiza", sparatorie in pieno centro ed in luoghi pubblici, come se non si sapesse che le mafie orientali lavorano il più possibile nel massimo riserbo e lo splatter ne esce solo in casi limite.
In questi film si disonora sia il seppuku (suicidio rituale), che l'amputazione di proprie parti del corpo per riparare ad un errore e dimostrare la propria remissiviti nei confronti del BOSS.
Ci sono molti stereotipi stupidi, sugli USA, che siano portatori di mode e rivoluzione giovanile quando invece nei suoi film tale cosa è riportata sottoforma di sparatorie improbabili, impugnando armi in una maniera tale che si potrebbe colpire il bersaglio solamente da 20 cm. come quei Gangster di colore che si vedono nei film.
Nelle sue opere si riscontra ancora quel razzismo pre-guerra mondiale nei confronti delle altre etnie orientali, che sinceramente è troppo da vecchi, e che lui appesantisce stupidamente non mettendoci nessun principio nazionalista o d'onore, ma solo lasciando ad intendere che:
"I cinesi sono bovari ignoranti tramutati in mafiosi spietati ma pur sempre bovari poco intelligenti."
"Le donne sono oggetti con uno spirito giustamente masochista."
"Le perversioni, il sadismo e la tortura fanno parte di un'etica soggettiva al di là delle regole di convivenza."
Non conoscendolo personalmente, non so se tutta questa violenza sia fisica che psicologica sia solo una provocazione. Se fosse così allora per un gusto puramente commerciale non viene specificato a danno delle fasce d'età più vulnerabili già rimbambite dal vuoto della società.
Il dubbio mi nasce da 2 film guardabilissimi come "13 assassini" e "Sukiyaki Western Django" (già recensito quì tempo fa), infatti mi fermerò sul primo.
13 ASSASSINI (bello tra l'altro) è un remake di un film del 1963, in cui non vi è nessuna distorsione della realtà come invece opera nei suoi soliti film di YAKUZA. Anzi, è abbastanza fedele all'originale, idem per il film YATTAMAN uguale identico al cartone animato. Quindi, non mi spiego tutta questa cura e rispetto nei confronti dei remake o dei principi regolanti la mentalità degli antichi samurai nel film SUKIYAKI WESTERN DJANGO, per poi scadere nella psicopornografia, nello splatter e nel NON SENSO di altre opere che ho visionato e che fomentano gli adolescenti di oggi.
Nessun commento:
Posta un commento